Obiettivi: come varia il moto del grave al variare del coefficiente k (γ = k · m), cioè aumentando o diminuendo l'attrito?
il grave impiega più tempo a "salire" o a "scendere"?
qual'è l'angolo α per cui è massima l'altezza raggiunta dal grave?
e qual'è l'angolo α per cui la gittata è massima?
Per raggiungere l'obiettivo verranno sviluppati i seguenti punti:
1) scrittura delle equazioni del moto e delle condizioni iniziali;
2) risoluzione delle equazioni differenziali col metodo simbolico;
11) studio dell'altezza raggiunta dal grave al variare dell'angolo α di partenza;
12) studio della gittata la variare dell'angolo α di partenza.
![[Graphics:../Images/index_gr_698.gif]](../Images/index_gr_698.gif)
Le equazioni differenziali del moto di un corpo in campo gravitazionale e tenendo conto dell'attrito dell'aria possono essere scritte, sotto forma scalare:
![[Graphics:../Images/index_gr_700.gif]](../Images/index_gr_700.gif)
Se si definisce il coefficiente di attrito γ come prodotto di k · m, le equazioni non dipendono da m e quindi possiamo scrivere:
![[Graphics:../Images/index_gr_702.gif]](../Images/index_gr_702.gif)
In questo caso, invece, le equazioni differenziali del moto di un corpo in campo gravitazionale e tenendo conto dell'attrito dell'aria possono essere scritte, sotto forma scalare:
![[Graphics:../Images/index_gr_704.gif]](../Images/index_gr_704.gif)
Stabiliamo le condizioni iniziali che sono ovviamente le stesse in entrambi i casi: supponiamo che l'origine del sistema di riferimento non coincida con il punto da cui il proiettile è lanciato ed in particolare che questo sia lanciato da un'altezza di 100 m, ed indichiamo con α l'angolo di gittata e con v0 la velocità iniziale.
![[Graphics:../Images/index_gr_706.gif]](../Images/index_gr_706.gif)
Introduciamo il comando DSolve che ci permette di risolvere l'equazione differenziale che stiamo considerando. Richiede però di unire le condizioni iniziali (ic) all'equazione del moto (operazione portata a termine con il comando Join) e di indicare le variabili dipendenti x(t), y(t) ed indipendenti t. Il risultato, sotto forma simbolica (analitica) in questo caso, è una lista (o vettore) in quanto il moto è in 2D. Si noti anche la differenza dopo l'utilizzo del comando Simplify.
![[Graphics:../Images/index_gr_708.gif]](../Images/index_gr_708.gif)
![[Graphics:../Images/index_gr_710.gif]](../Images/index_gr_710.gif)
![[Graphics:../Images/index_gr_712.gif]](../Images/index_gr_712.gif)
Come si può vedere, il comando DSolve non riesce a risolvere il sistema di equazioni differenziali nel caso di p = 2. Per procedere alla risoluzione, introduciamo un altro comando: NDSolve. A questo è però necessario passare tutti i parametri e le costanti presenti nell'equazione e anche il range in cui lavorare, perchè esso non trova la soluzione dell'equazione differenziale, ma una sua approssimazione sotto forma di una InterpolatingFunction.