Ripresa della sessione. Dichiaro ripresa la sessione del Parlamento europeo, interrotta venerdì 17 dicembre e rinnovo a tutti i miei migliori auguri nella speranza che abbiate trascorso delle buone vacanze. Come avrete avuto modo di constatare il grande "baco del millennio" non si è materializzato. Invece, i cittadini di alcuni nostri paesi sono stati colpiti da catastrofi naturali di proporzioni davvero terribili. Avete chiesto che si tenesse una discussione su tale tema nei prossimi giorni, nel corso della presente tornata. Nel frattempo è mio desiderio, come del resto mi è stato chiesto da alcuni colleghi, osservare un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime delle tempeste che si sono abbattute sui diversi paesi dell' Unione europea. Vi invito pertanto ad alzarvi in piedi per osservare appunto un minuto di silenzio. (Il Parlamento osserva un minuto di silenzio). Signora Presidente, intervengo per una mozione d'ordine. Come avrà letto sui giornali o sentito alla televisione, in Sri Lanka si sono verificati numerosi assassinii ed esplosioni di ordigni. Una delle vittime più recenti è stato Kumar Ponnambalam, che qualche mese fa era venuto in visita qui al Parlamento europeo. Signora Presidente, sarebbe opportuno che inviasse una lettera alla Presidente del Sri Lanka per esprimere le condoglianze del Parlamento per questa e le altre morti violente verificatesi in Sri Lanka e per invitarla a fare quanto in suo potere al fine di giungere a una riconciliazione pacifica in questa situazione assai difficile. Sì, onorevole Evans, ritengo che un' iniziativa del tipo che lei propone sia assolutamente opportuna. Se l' Assemblea è d' accordo seguirò il suggerimento dell' onorevole Evans. Signora Presidente, un richiamo al Regolamento. Gradirei avere il suo parere riguardo all'articolo 143 sull'inammissibilità. La mia domanda si ricollega a un tema all'ordine del giorno di giovedì e che formulerò di nuovo al momento opportuno. La relazione Cunha sui programmi di orientamento pluriennali è iscritta all'ordine del giorno della Plenaria di giovedì e al paragrafo 6 contiene una proposta volta a introdurre una sorta di sanzione a carico delle quote di quei paesi che non riescono a raggiungere i loro obiettivi di riduzione annuali delle flotte, nonostante il principio della stabilità relativa. Credo che tale principio sia un principio giuridico fondamentale della politica comune della pesca e qualsiasi proposta volta a sovvertirlo sarebbe giuridicamente inammissibile Vorrei sapere se è possibile sollevare un'obiezione di questo tipo nel contesto di una semplice relazione, e non di una proposta legislativa, e se rientra nelle mie competenze sollevare una tale obiezione giovedì prossimo. E' appunto in quell' occasione che, se lo desidera, avrà modo di sollevare la sua questione pregiudiziale, cioè giovedì in apertura della discussione sulla relazione. Signora Presidente, in coincidenza con la prima tornata dell'anno del Parlamento europeo, negli Stati Uniti in Texas è stata fissata, purtroppo per giovedì prossimo, l'esecuzione di un condannato a morte, un giovane di 34 anni che chiameremo di nome Hicks. Su richiesta di un deputato francese, l'onorevole Zimeray, è già stata presentata una petizione, che ha avuto molti firmatari tra cui il sottoscritto, ma le chiedo, in conformità con l'indirizzo ormai costantemente espresso dal Parlamento europeo e da tutta la Comunità europea, di intervenire, con il prestigio della sua carica e dell'Istituzione che lei rappresenta, presso il Presidente e il Governatore del Texas Bush, che ha il potere di sospendere la condanna a morte e di graziare il condannato. E tutto ciò in conformità con i principi che abbiamo sempre sostenuto. La ringrazio, onorevole Segni, lo farò volentieri. In effetti ciò è assolutamente conforme alla posizione che il nostro Parlamento ha sempre sostenuto. Signora Presidente, vorrei richiamare l'attenzione su un caso che il Parlamento segue da tempo, ossia il caso di Alexander Nikitin. Noi tutti siamo lieti che il tribunale lo abbia assolto, ribadendo che anche in Russia l'accesso a informazioni sull'ambiente è un diritto sancito dalla costituzione. Ora, però, verrà messo nuovamente in stato di accusa perché il pubblico ministero ricorrerà in appello. Come sappiamo e come abbiamo fatto rilevare in innumerevoli risoluzioni - anche nell'ultima seduta plenaria dell'anno scorso - non si tratta semplicemente di un caso giudiziario ed è un grave errore accusare Alexander Nikitin di aver commesso reati e atti criminali, tanto più che noi, in quanto diretti interessati, abbiamo beneficiato dei risultati delle sue ricerche. Tali risultati sono alla base dei programmi europei di tutela del Mare di Barents. La prego pertanto di prendere in esame la bozza della lettera in cui vengono indicati i fatti principali e di sostenere presso le autorità russe la posizione assunta dal Parlamento, conformemente alle sue risoluzioni. Sì, onorevole Scroedter, esaminerò volentieri i fatti relativi alla questione da lei esposta non appena avrò ricevuto la sua lettera. Signora Presidente, mi permetta di farle innanzi tutto i miei complimenti per aver tenuto fede alla parola data. In effetti il numero di canali televisivi disponibili nei nostri uffici è aumentato enormemente in questa prima tornata dell'anno nuovo. Tuttavia, signora Presidente, non è ancora stato dato seguito alla mia richiesta. E' vero che adesso abbiamo due canali finlandesi e uno portoghese, ma purtroppo manca ancora il canale olandese. Ed era proprio quello che avevo chiesto, dato che noi parlamentari olandesi, quando veniamo spediti in questo esilio mensile, gradiremmo poter vedere il telegiornale in olandese. Ripeto ancora una volta la mia richiesta: faccia in modo che sia reso disponibile anche un canale olandese. Onorevole Plooj-van Gorsel, posso risponderle che tale punto figura all' ordine del giorno della riunione dei questori di mercoledì. Spero che sarà esaminata con uno spirito positivo. Signora Presidente, vorrei sapere perché questo Parlamento non rispetta le norme in materia di salute e sicurezza che esso stesso approva. Perché non è stato condotto alcun test della qualità dell'aria in questo edificio da quando siamo stati eletti? Perché dal 1998 il comitato salute e sicurezza non si è più riunito? Perché non sono state fatte prove dell'allarme antincendio né negli edifici del Parlamento di Bruxelles né qui a Strasburgo? Perché non esistono istruzioni da seguire in caso di incendio? Perché dopo il mio incidente non sono state apportate migliorie alle scale? Perché non viene fatto rispettare il divieto di fumare nelle aree riservate appunto ai non fumatori? E' assolutamente vergognoso che proprio noi non rispettiamo le norme da noi stessi approvate. Onorevole Lynne, lei ha perfettamente ragione e intendo verificare se tutto quanto lei ha detto davvero non è stato fatto. Intendo altresì sottoporre il punto al collegio dei questori e sono certa che ai nostri questori starà a cuore fare in modo che il Parlamento osservi le disposizioni che approva. Signora Presidente, l' onorevole Díez González e io avevamo presentato alcune interrogazioni in merito a determinate opinioni della Vicepresidente de Palacio riferite da un giornale spagnolo. I servizi competenti non le hanno inserite all' ordine del giorno, in quanto hanno ritenuto che avessero già ottenuto risposta in una tornata precedente. Chiedo che venga riesaminata tale decisione, in quanto non è così. Le interrogazioni cui è stata data risposta in precedenza riguardavano un intervento della Commissario de Palacio in un caso determinato, non le dichiarazioni pubblicate dal giornale ABC il 18 novembre scorso. Onorevole collega, sarà mia cura verificare tale punto. Devo confessarle che in questo momento la questione mi pare un po' confusa. Quindi verificheremo con estrema attenzione per essere certi che tutto sia corretto. Signora Presidente, gradirei sapere se questa settimana il Parlamento intende lanciare un segnale chiaro per esprimere il nostro scontento riguardo alla decisione presa oggi di rifiutare il rinnovo dell'embargo sulle armi contro l' Indonesia, visto e considerato che in passato la stragrande maggioranza dei deputati aveva sostenuto l'imposizione dell'embargo all'Indonesia. La decisione odierna di non rinnovarlo è pericolosissima, data la situazione sul posto. Il Parlamento dovrebbe pertanto inviare un messaggio, come auspica la stragrande maggioranza dei deputati. Gli Stati membri dell'Unione sono stati irresponsabili a non rinnovare l'embargo. Com'è già stato detto, la situazione in Indonesia è davvero esplosiva, con un forte rischio che in futuro si verifichi un colpo di Stato. Non sappiamo cosa stia succedendo e quindi mi chiedo perché si debba permettere ai produttori di armi dell'UE di trarne profitto a scapito di persone innocenti. Comunque sia, questo punto non è previsto nelle discussioni sui problemi di attualità di giovedì. Ordine dei lavori. Signora Presidente, l' idea che la Commissione Prodi presentasse il suo programma politico per tutta la legislatura proviene inizialmente da una proposta del gruppo del Partito del socialismo europeo, approvata all' unanimità dalla Conferenza dei Presidenti in settembre e anche accettata esplicitamente dal Presidente Prodi, che ha ribadito il suo impegno al riguardo durante il discorso di investitura. Si tratta di un impegno importante in quanto la Commissione è un organo che detiene il monopolio di iniziativa, conformemente ai Trattati, e di conseguenza delinea i tratti essenziali di quella che sarà l' attività politica e legislativa di questo Parlamento nei prossimi cinque anni. Ricordo altresì, signora Presidente, che durante la precedente legislatura il Parlamento ha votato due volte la fiducia a favore del Presidente Prodi; durante l' attuale legislatura l' ha votata di nuovo a luglio e poi, dopo l' insediamento della nuova Commissione, ha votato nuovamente la fiducia per l' intera Commissione in settembre. Quindi c' è già stato tempo a sufficienza per permettere alla Commissione di elaborare il suo programma e per consentirci di prenderne conoscenza per poi spiegarlo ai cittadini. A tale proposito ricordo la risoluzione del 15 settembre scorso, in cui si raccomandava di presentare la proposta il più rapidamente possibile. I fatti della settimana scorsa - scaturiti a latere della Conferenza dei Presidenti, sfruttata solo per corroborare e ratificare decisioni adottate al di fuori di essa - ci pongono di fronte a un dilemma: o la Commissione non è in grado di presentare questo programma (in tal caso, sarebbe opportuno che lo dicesse. A sentire il suo Presidente, è in grado di farlo. Dato che la Commissione è rappresentata dalla vicepresidente de Palacio, ritengo che prima di votare converrebbe sapere se la Commissione è sempre disposta a presentare il programma, conformemente agli accordi); oppure il Parlamento non è in grado di esaminare tale programma, come apparentemente sostengono alcuni. Secondo me, questa seconda ipotesi significherebbe rinunciare alle nostre responsabilità di Parlamento, oltre a introdurre una tesi originale, un metodo finora sconosciuto che consiste nel distribuire per iscritto ai gruppi politici il discorso programmatico della Commissione una settimana prima - e non il giorno prima, come era stato concordato. Considerando che il programma legislativo sarà discusso a febbraio, potremmo prescindere dal dibattito, in quanto il giorno dopo la stampa ed Internet avrebbero divulgato il testo a tutti i cittadini e quindi il Parlamento non avrebbe più bisogno di occuparsene. Secondo il mio gruppo, un Parlamento serve per ascoltare, discutere e riflettere, quindi a nostro avviso non c' è alcuna ragione che giustifichi questo rinvio. Se la Commissione è in grado di presentare il programma, secondo noi siamo perfettamente in tempo per ripristinare l' accordo iniziale intervenuto tra il Parlamento e la Commissione e comportarci responsabilmente dinnanzi ai nostri concittadini. Perciò la proposta del gruppo del Partito del socialismo europeo, da lei menzionata, è che mercoledì si mantenga la presentazione del programma per la legislatura della Commissione Prodi, inserendovi anche il progetto di riforma amministrativa. Altrimenti potremmo ritrovarci in una situazione paradossale: con la scusa che non c' è il testo, si nega da un lato il diritto del Presidente della Commissione di rivolgersi a questo Parlamento, e dall' altro che abbia luogo una discussione sulla riforma, senza che il Parlamento conosca a priori i testi su cui si basa. Pertanto, signora Presidente, la prego di chiedere alla Commissione di esprimersi subito e poi di procedere al voto. (Applausi dai banchi del gruppo del partito del socialismo europeo). Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono piuttosto sorpreso del comportamento del collega, onorevole Barón Crespo, che ora pretende che il punto in questione venga inserito nell'ordine del giorno di mercoledì. Onorevole collega Barón Crespo, lei non ha potuto partecipare giovedì scorso alla Conferenza dei presidenti. Non la biasimo per questo: può sempre succedere che si debba essere sostituiti. Il collega Hänsch è intervenuto in sua vece. In sede di Conferenza dei presidenti ne abbiamo discusso approfonditamente. Soltanto un gruppo politico condivideva l'opinione da lei espressa in questa sede. La questione è stata posta ai voti. Come è noto, ciascun presidente dispone di un numero di voti pari al numero dei deputati iscritti al proprio gruppo politico. Il punto in questione è stato oggetto di una votazione in cui, se ben ricordo, vi sono stati 422 voti contrari e 180 a favore con poche astensioni. Ciò significa che tutti i gruppi politici, ad eccezione dei non iscritti - che però non costituiscono un gruppo politico -, erano concordi e che un solo gruppo era del parere di procedere come proposto dal collega in questa sede. Tutti gli altri erano di diversa opinione e così è stato deciso. Vorrei ora entrare brevemente nel merito. Abbiamo fiducia nella Commissione, in Romano Prodi e la grande maggioranza del nostro gruppo politico, come tutti sanno, dopo un difficile processo ha votato la fiducia a Romano Prodi e alla Commissione. Tuttavia siamo anche dell'idea che la strategia della Commissione vada discussa nel corso di una procedura regolare, non soltanto in base a una dichiarazione rilasciata oralmente in questo Parlamento ma anche in base a un documento adottato dalla Commissione che illustri tale programma per i prossimi cinque anni. Ma un tale documento non esiste ancora! La Commissione presenterà il programma per il 2000 in febbraio. Abbiamo acconsentito: se la Commissione non vuole discutere il programma 2000 in gennaio lo faremo in febbraio. Non è certo nostra intenzione entrare in conflitto con la Commissione. Al contrario, pensiamo che per quanto possibile la Commissione e il Parlamento debbano percorrere una strada comune. Il Parlamento, tuttavia, esercita anche funzioni di controllo nei confronti della Commissione e non tutto ciò che viene proposto da quest'ultima deve necessariamente trovarci concordi. Vorrei che all'interno dei gruppi politici potessimo prepararci adeguatamente al dibattito sul programma quinquennale. Non è possibile farlo ascoltando una dichiarazione di cui non conosciamo con esattezza il contenuto. Perciò raccomandiamo - e ho l'impressione che anche la Commissione sia disposta ad accogliere questa idea - di discutere in febbraio il programma a lungo termine della Commissione che si estende fino al 2005 - sperando che a quel punto la Commissione abbia concordato un programma che ci sottoporrà - e, sempre in febbraio, anche il programma legislativo della Commissione per l'anno 2000 . E' dunque sulla base di un nesso oggettivo che proponiamo di discutere contestualmente i due programmi e per questa ragione il mio gruppo politico respinge decisamente la proposta del gruppo socialista! (Applausi dai banchi del gruppo del PPE-DE). Signora Presidente, desidero affermare chiaramente che, innanzi tutto, la Commissione nutre il massimo rispetto per le decisioni del Parlamento tra cui quella di elaborare il proprio ordine del giorno. Quindi, noi rispettiamo le eventuali decisioni in materia del Parlamento. Ma voglio dire altrettanto chiaramente che il Presidente Prodi si è impegnato con il Parlamento a inserire un nuovo dibattito, come ha ricordato l' onorevole Barón, oltre al dibattito annuale sul programma legislativo della Commissione, sulle grandi linee di azione per il prossimo quinquennio, cioè per la presente legislatura. Tengo a sottolineare, signora Presidente, che, secondo l' accordo concluso nel settembre scorso, questo dibattito era distinto dalla presentazione del programma legislativo della Commissione. E desidero far sapere che, per quanto riguarda la Commissione, siamo pronti e disposti a tenere questo dibattito quando lo si ritenga opportuno; eravamo già pronti a farlo questa settimana, conformemente all' accordo iniziale, sulla base dell' intesa di una presentazione del discorso ai gruppi parlamentari il giorno prima. Quindi, signora Presidente, ribadisco che da parte nostra abbiamo discusso del programma di azione per il prossimo quinquennio e che siamo pronti a presentarlo quando vuole il Parlamento - anche questa settimana, se decide il tal senso- mentre il mese prossimo toccherà al programma per il 2000, esattamente come era stato stabilito. Signora Presidente, sento qualche risata fra i socialisti. Mi è stato detto che anche una parte cospicua del gruppo socialista vorrebbe che questo punto venisse ritirato dall'ordine del giorno, in quanto nella votazione in sede di Conferenza dei presidenti è mancato il voto del gruppo di lavoro dei colleghi competenti del gruppo socialista. Non so se questa informazione sia corretta, ma noi del PPE-DE saremmo comunque grati se il suddetto punto venisse eliminato visto che il Parlamento si è già occupato ripetutamente della questione. Esistono anche alcune decisioni contro tale imposta. Per questa ragione il gruppo del PPE-DE chiede che il punto in questione venga ritirato dall'ordine del giorno. La ringrazio, onorevole Poettering. Ha facoltà l' onorevole Wurtz che interviene contro la richiesta. Signora Presidente, vorrei innanzi tutto sottolineare la mancanza di logica da parte dell' onorevole Poettering che ha appena fatto la morale al gruppo socialista per essere tornato su una decisione approvata dalla Conferenza dei presidenti con una netta maggioranza. Ebbene, egli ha fatto la stessa cosa. Si era discusso e tutti si erano detti d' accordo, tranne il gruppo PPE-DE e il gruppo ELDR. In tale circostanza - gli onorevoli colleghi presidenti lo ricorderanno - avevo altresì sottolineato che il punto non era tanto sapere se siamo a favore o contro la tassa Tobin, ma se abbiamo il coraggio di ascoltare che cosa ne pensano la Commissione e il Consiglio. Non è chiedere molto. Pertanto, reitero la proposta di mantenere all' ordine del giorno l' interrogazione orale al Consiglio e alla Commissione, per apprendere, una volta per tutte, la posizione delle due Istituzioni su una proposta relativamente modesta, ma che lancerebbe un segnale importante all' opinione pubblica, soprattutto sull' onda dell' emozione suscitata dal fallimento della Conferenza di Seattle. Pongo ora in votazione la richiesta del gruppo PPE-DE intesa a ritirare dall' ordine del giorno l' interrogazione orale sull' imposta patrimoniale. (Il Parlamento respinge la richiesta con 164 voti favorevoli, 166 contrari e 7 astenuti). Signora Presidente, ringrazio l' onorevole Poettering per l' inaspettata pubblicità che ha appena dato a questa discussione. Grazie! Signora Presidente, è stato contato il mio voto, che non è stato deposto elettronicamente, perché non ho la scheda? Il mio voto era favorevole. Signora Presidente, la Presidenza ha già annunciato l' esito della votazione. Non sono ammesse modifiche. Signora Presidente, premetto che rispetterò la sua decisione, ma durante la votazione precedente sulla questione del piano strategico della Commissione avevo manifestato l'intenzione di intervenire a nome del mio gruppo prima della votazione, ma non ne ho avuto la possibilità. Le sarei molto grato se prima di chiudere questo punto all'ordine del giorno mi permettesse di rilasciare una dichiarazione di voto a nome del mio gruppo. Si tratta di una cosa importante e sarebbe utile poter mettere a verbale il motivo del nostro comportamento al momento della votazione alla luce della nostra analisi politica. Signora Presidente, non è mia intenzione riprendere la discussione, ma anch'io avevo chiesto di intervenire per prendere posizione sulla richiesta dell'onorevole Barón Crespo. Lei non mi ha dato la parola. Ne sono spiacente anche se ormai la votazione è già stata effettuata, la decisione presa e quindi la questione è da considerarsi chiusa. Me ne dispiace, onorevoli Hnsch e Cox, non mi ero accorta che avevate chiesto la parola. Comunque mi pare che le posizioni siano chiare e saranno riportate al processo verbale. Quando domani approveremo il processo verbale della seduta odierna i colleghi che dovessero ritenerlo inadeguato potranno chiedere che esso venga modificato. Mi pare una buona soluzione. Evidentemente il processo verbale della seduta di domani riporterà tutte le eventuali dichiarazioni complementari. Mi pare una formula migliore piuttosto che procedere ora alle dichiarazioni di voto che ci porterebbero molto lontano. Onorevole Cox, onorevole Hnsch, siete d' accordo? Signora Presidente, se il verbale rispecchierà correttamente il voto del mio gruppo non avrò alcuna obiezione. Ma se la sua decisione implica che non posso rilasciare una dichiarazione di voto, la accetto con delle riserve. Faremo molta attenzione allora alla redazione del processo verbale, come per altro facciamo sempre. Se esso non rifletterà correttamente le posizioni potrà essere modificato. (Il Parlamento approva l' ordine del giorno così modificato). Consulenti per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose. L' ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A5-0105/1999), presentata dall' on. Koch a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo, sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell' adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle prescrizioni minime applicabili all' esame di consulente per la sicurezza dei trasporti su strada, per ferrovia e per via navigabile di merci pericolose (C5-0208/99 - 1998/0106(COD)). Signora Presidente, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci al continuo aumento degli incidenti che si verificano nel trasporto su strada, per ferrovia e sulle vie navigabili con gravi danni, dovuti non solo ma anche al fatto che il personale addetto non si occupa con sufficiente coscienziosità del trasporto delle merci pericolose; accade inoltre che, per ignoranza o insufficiente preparazione dei conducenti o di altri addetti ai vari mezzi di trasporto, un piccolo incidente si trasformi in una sciagura di grandi proporzioni. Essendo austriaco mi è rimasta impressa vivamente nella memoria - ma credo lo stesso valga per tutti noi - la sciagura del tunnel nei monti Tauri che è costata la vita a tante persone e in cui solo dopo molti mesi e con un enorme sforzo finanziario si è potuto ricostruire quanto era andato distrutto all'interno del tunnel a causa dell'incendio. I lavori di ricostruzione, durati mesi, hanno provocato l' interruzione del transito in questa importante arteria di comunicazione fra il nord e il sud dell'Europa. La deviazione del traffico resasi necessaria ha causato disagi ai limiti della tollerabilità a migliaia di cittadini dell'Unione europea. Per alcuni comuni del mio paese la situazione è stata veramente infernale. La nostra risposta a incidenti di questo genere deve essere la prevenzione e il progetto di direttiva oggi in discussione rappresenta un importante presupposto per assicurare un'adeguata formazione ai consulenti per la sicurezza, affinché si intervenga nel modo e nel momento opportuno. Certamente non possiamo accontentarci di creare una normativa europea volta a elevare il grado di sicurezza. Dobbiamo anche assicurarci che le norme introdotte vengano recepite puntualmente dagli Stati membri e, ancor più, che esse vengano infine applicate. Evitiamo, per favore, che si aggiunga un ulteriore ambito in cui si finisca con il dover denunciare le carenze nell'applicazione. Vorrei infine soffermarmi su un ultimo punto. Non dobbiamo accontentarci di colmare un'altra lacuna nella rete di sicurezza, chiudendo gli occhi sul fatto che resta da fare molto di più in materia di sicurezza nel settore dei trasporti in Europa. A tale proposito chiedo alla signora Commissario competente, e qui presente, di presentare al più presto una proposta in merito, affinché in futuro si possa garantire maggiore sicurezza nei trasporti in galleria per non dover più assistere in Europa a sciagure di tale gravità! Signora Presidente, innanzi tutto voglio ringraziare l'onorevole Koch per la sua relazione incentrata sul tema della sicurezza dei trasporti e in particolare sull'armonizzazione delle prescrizioni applicabili all' esame di consulente per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose su strada, ferrovia o vie navigabili interne. Mi congratulo con lui per l'eccellente relazione. Di recente il tema della sicurezza dei trasporti è stato tristemente al centro dell'attenzione dei mass media con l'incidente ferroviario alla stazione di Paddington a Londra, il terribile incidente ferroviario in Norvegia, i due incidenti aerei in cui hanno perso la vita alcuni cittadini dell' Unione e il disastro ecologico provocato dalla petroliera Erika al largo della costa bretone. Tutti questi incidenti si sono verificati negli ultimi quattro mesi e ci ricordano che la sicurezza dei trasporti non può mai essere data per scontata e che i responsabili della protezione dei cittadini devono essere altamente motivati e qualificati. Il relatore sottolinea che, nella sua posizione comune, il Consiglio ha accolto sei dei dieci emendamenti presentati dal Parlamento in prima lettura e ha ripreso il senso dei quattro restanti. Pertanto il mio gruppo intende votare a favore della suddetta posizione comune e auspica quanto prima l'attuazione della legislazione che ci doterà di un ulteriore strumento per rendere i trasporti nell'Unione europea il più sicuri possibile. Il mio gruppo sarà sempre a favore di qualsiasi iniziativa volta a migliorare la sicurezza dei trasporti. Il lavoro da svolgere in questo settore è ancora molto, come hanno dimostrato gli eventi verificatisi recentemente. Signora Presidente, mi permetta di formulare un paio di osservazioni. Ringrazio innanzi tutto il relatore per il suo lavoro estremamente preciso e tecnico sul fascicolo in parola, e in secondo luogo la Commissione per la proposta presentata. La proposta concerne l'armonizzazione dei requisiti d'esame, tuttavia, in realtà parla anche di norme minime, cosa che io in un certo senso deploro. L'importanza della sicurezza dei trasporti stradali, ferroviari e per vie navigabili interne è indubbia e dato il carattere internazionale di questo tipo di trasporti, anche i corsi di formazione per i consulenti per la sicurezza devono essere armonizzati, come, ad esempio, per il prossimo nuovo ADR. Tutto ciò è importante, ma altrettanto essenziale è l'attuazione delle norme vigenti. Ci sono diversi motivi per dedicare attenzione a questo aspetto, basti guardare quanti incidenti si sono prodotti negli anni scorsi in caso di nebbia in Belgio, o in Olanda o in altri paesi. Tanti sono gli incidenti in cui sono rimasti coinvolti camion che trasportavano merci pericolose e che in tali condizioni meteorologiche non avrebbero dovuto viaggiare invece di trovarsi tranquillamente sulle strade. Oppure pensiamo alle navi provenienti dai paesi dell'Europa orientale che navigano in condizioni chiaramente pericolose. Da indagini condotte nei porti belgi, finlandesi e anche giapponesi è altresì emerso che il 50 percento dei container contenenti in parte merci pericolose, non viene consegnato nel rispetto delle norme vigenti. In breve, l'importanza del tema è enorme. Per quanto attiene alla situazione dei consulenti per la sicurezza, in alcuni Stati membri a partire dal 1º gennaio di quest'anno le aziende devono obbligatoriamente averne uno interno. Attualmente i problemi creati da questa norma sono molti, soprattutto per le aziende più piccole, che non dispongono di mezzi finanziari sufficienti. Di conseguenza tali aziende sono costrette a rinunciare al loro carico oppure a mescolarlo ad un altro carico, con i seri problemi che ciò genera. Per tale motivo si chiede alle aziende di integrare tali attività nei rendiconti finanziari, oppure nelle analisi aziendali, da inserire eventualmente in certificazioni ISO 9002. Il quadro normativo è pronto, adesso dobbiamo occuparci della sua attuazione. Permettetemi di indicare un ultimo punto, sempre concernente l'applicazione delle norme. Occorre formulare degli accordi soddisfacenti con i paesi dell'Europa orientale, dato che essi aderiranno ai trattati in materia solo a partire dal 1º luglio 2001, cioè soltanto fra un anno e mezzo. Tali paesi adesso godono di un leggero vantaggio concorrenziale, il che non è grave. Tuttavia, io credo che si debba dare la precedenza agli aspetti che riguardano la sicurezza dei trasporti stradali, ferroviari e per vie navigabili interne, e presentare tempestivamente questa parte dell'acquis comunitario ai paesi candidati all'adesione. Signora Presidente, in questo Parlamento, a ragione per altro, si pone regolarmente in risalto l'importanza della sicurezza dei trasporti. I volumi sempre crescenti di merci che attraversano l'Europa comportano, consapevolmente o meno, rischi di tutti i generi per il personale, l'ambiente e la società. Pertanto, coloro che devono gestire i suddetti rischi devono soddisfare requisiti molto rigorosi. Le norme sancite in un'altra direttiva, la direttiva 95/35/CE, paiono sufficientemente adeguate per fornire una consulenza responsabile sull'organizzazione dei trasporti di merci pericolose. Mi rallegro che si sia raggiunta un'intesa con il Consiglio in materia di requisiti minimi per gli esami dei consulenti per la sicurezza, sebbene avrei preferito che fossero stati formulati norme e programmi uniformi atti a garantire l' uguaglianza dei diplomi a livello internazionale. Tuttavia, pare che il mio sia solo un pio desiderio. Infine, l'emendamento proposto dal relatore è più che logico e pertanto può contare su tutto il mio appoggio. Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto vorrei congratularmi con l' onorevole Koch per le relazioni presentate. Pur trattandosi di relazioni di carattere tecnico, rivestono grande importanza dal punto di vista della sicurezza. Mi limiterò a poche considerazioni. In primo luogo vorrei pregare la signora Commissario - e sono convinto che la mia richiesta troverà un terreno fertile - di adoperarsi affinché venga dedicata maggiore attenzione alla questione della sicurezza nei trasporti su strada, nonché nella navigazione marittima e nelle acque interne. Constatando che la prima proposta della Commissione è stata presentata il 19 marzo 1998 e che oggi ce ne stiamo ancora occupando - benché il Parlamento si sia attivato con una certa tempestività - devo far rilevare che si è proceduto con eccessiva lentezza. Ciò non va imputato soltanto alla Commissione ma credo che dobbiamo attivarci più rapidamente per giungere a un'armonizzazione anche in questo ambito. Il secondo punto è già stato ricordato e riguarda le norme minime. In generale sono dell'idea che in numerosi settori all'interno dei trasporti sarebbero auspicabili una maggiore flessibilità e normative nazionali. Per quanto riguarda la sicurezza invece sono piuttosto scettico in quanto la sicurezza in Svezia non è sostanzialmente diversa dalla sicurezza in Germania, in Italia o in Austria. Posso anche accettare queste norme minime, ma esorto la Commissione a esercitare un'attenta sorveglianza. Nel caso in cui questo tipo di flessibilità dovesse dare adito a un'insufficiente regolamentazione in alcuni paesi occorrerà procedere a una ulteriore armonizzazione. Anche il terzo punto è già stato toccato. Anch'io, come l' onorevole Rack, provengo da un paese di transito in cui la questione assume particolare importanza. Non ci proponiamo di peggiorare unilateralmente le condizioni di concorrenza per alcuni paesi, favorendo paesi di transito come l'Austria. Credo tuttavia che occorra fare tutto ciò che rientra nelle nostre possibilità per limitare il più possibile il trasporto di merci pericolose in tutti i paesi, siano essi di transito o meno. Signor Presidente, desidero innanzi tutto congratularmi con il relatore onorevole Koch per il magnifico lavoro e la proficua collaborazione instaurata con la Commissione per migliorare i testi e presentare la relazione nonché la proposta; alla fine c' è un unico emendamento, relativo alle prescrizioni applicabili all' esame attitudinale dei consulenti per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose su strada, per ferrovia e per via navigabile. A nostro avviso, sono importanti la collaborazione e il lavoro svolto insieme dalle due Istituzioni - Parlamento e Commissione - e la collaborazione esistente con la commissione per la politica regionale, e in particolare con il gruppo trasporti, è straordinaria. La posizione comune riprende praticamente tutti gli emendamenti accolti dalla Commissione ed armonizza le prescrizioni minime applicabili all' esame di consulente per la sicurezza: in seconda lettura, possiamo pertanto accettare l' emendamento relativo alla data di recepimento proposta, molto più realistica rispetto a quella avanzata inizialmente dalla Commissione, visto che sono già vari anni che discutiamo della questione. Desidero inoltre ringraziare brevemente i vari deputati per i loro interventi e dire loro che per la Commissione la sicurezza è una priorità nell' ambito dei trasporti. E come ha detto molto giustamente l' onorevole Simpson, il processo non si può mai dare per scontato, acquisito o concluso. L' incremento dei margini, delle garanzie di sicurezza nei trasporti è un processo che deve continuare a migliorare giorno dopo giorno. In tal senso, desidero anche fare brevemente riferimento ai problemi dei tunnel, menzionati dagli onorevoli Rack e Swoboda. Nel caso dell' Austria, si tratta indubbiamente di un tema molto sensibile, che richiede uno sforzo per vedere come accrescerne la sicurezza. In uno dei gravi incidenti verificatisi recentemente, la merce trasportata non era di per sé pericolosa. La margarina e qualche chilo di vernice che, in linea di massima, non comportavano rischi, hanno provocato un' autentica catastrofe. E' necessario pertanto considerare come sia possibile perfezionare ulteriormente i criteri per garantire la massima sicurezza. Infine, ribadisco che dobbiamo considerare la sicurezza in tutti i tipi di trasporti. Questa settimana terremo in questa sede un dibattito sulla sicurezza del trasporto marittimo, in seguito alla catastrofe dell' Erika, e nel corso di quest' anno dovremo discutere degli obiettivi in materia di sicurezza del trasporto aereo. Ma, onorevoli deputati, la sicurezza è un obiettivo prioritario della Commissione. Come avrò modo di dichiarare nel corso del dibattito sull' Erika, non aspettiamo una catastrofe per dedicarci all' esame della questione della sicurezza, ma vi lavoriamo a prescindere da questi avvenimenti, che non fanno altro che dimostrare quanto sia urgente dare una risposta efficace a questo tipo di problemi. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che sono intervenuti, e in particolare il relatore onorevole Koch. La discussione è chiusa. La votazione si svolgerà domani, alle 12.00 . Trasporto di merci pericolose su strada. L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0104/1999) presentata dall'onorevole Koch a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio [COM(1999) 158 - C5-0004/1999 - 1999/0083(COD)] che modifica la direttiva 94/55/CE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada. Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, la direttiva entrata in vigore il 1º gennaio 1997 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada contiene alcune norme transitorie la cui validità è a termine e dipende dalla conclusione di alcuni lavori di normazione da parte del CEN, il Comitato europeo di normalizzazione. I ritardi nei lavori del CEN hanno comportato problemi nell'applicazione della suddetta direttiva. In particolare, gli allegati non hanno potuto essere adeguati ai più recenti sviluppi nel settore tecnologico e industriale. Ciò è a mio avviso deplorevole e ci costringe a intervenire per ovviare ad inadempienze altrui. Accetto pertanto la proposta di modifica della direttiva 94/55/CE oggi in discussione. Un mancato intervento da parte dell'Unione europea obbligherebbe gli Stati membri a modificare le proprie disposizioni legislative nazionali per un breve periodo, ovvero fino alla conclusione dei lavori del CEN, il che comporterebbe inutili costi e incertezze. La modifica della direttiva oggi in discussione non implica la modifica dell'armonizzazione attualmente vigente all'interno della Comunità delle norme in materia di trasporto di merci pericolose. Essa si limita a prolungare le norme transitorie rinviando le scadenze, a eliminare le disposizioni ritenute ormai obsolete e a disciplinare le procedure nei seguenti casi: a) trasporti ad hoc di merci pericolose; b) emanazione di norme nazionali meno severe, in particolare per quanto riguarda il trasporto di quantitativi molto ridotti di merci pericolose in ambito locale chiaramente definito. La modifica della direttiva risulta pertanto pienamente conforme al principio di sussidiarietà; agli Stati membri vengono attribuite maggiori competenze. La Commissione stabilisce se gli Stati membri possano emanare determinate disposizioni, assistita in questo compito da un comitato di esperti nel settore delle merci pericolose ai sensi della procedura legislativa. Le modalità per l'esercizio di tali competenze di esecuzione da parte della Commissione sono state riviste con una decisione del Consiglio del giugno 1999. La proposta di direttiva concernente il trasporto di merci pericolose su strada oggi in discussione risale tuttavia al maggio 1999 e, pertanto, non ha potuto tenere conto della procedura di comitatologia attualmente vigente. Gli emendamenti presentati e approvati all'unanimità in sede di commissione fanno riferimento in due casi alla suddetta procedura di comitatologia recentemente modificata. Intendiamo assicurare che tale riferimento figuri già nei considerando e che il termine stabilito in modo inequivocabile entro il quale il Consiglio deve prendere una decisione venga fissato al massimo entro tre mesi. Si sottolinea inoltre la necessità di una maggiore trasparenza. Un altro emendamento consente agli Stati membri di stabilire requisiti più rigorosi, soprattutto per le cisterne qualora la temperatura ambiente alla quale si lavora e si effettuano i trasporti sia di solito inferiore a -20º. Ciò nell'interesse, soprattutto, delle regioni dell'Europa settentrionale. Un ultimo emendamento si propone di consentire che continuino ad essere utilizzati per il trasporto nazionale cisterne e veicoli immatricolati nel periodo compreso fra il 1º gennaio 1997 e l'entrata in vigore della direttiva, la cui costruzione e manutenzione sia in linea con i requisiti della stessa direttiva. Pur sapendo che si tratta soltanto di un piccolo passo verso una maggiore sicurezza, vi invito a votare a favore della relazione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, buon anno e buon nuovo millennio. E' la prima volta che intervengo in Plenaria e devo ammettere di essere molto emozionato, un po' come succede con il primo amore che però, per fortuna, è durato più di due minuti. Vorrei commentare brevemente la proposta presentata dalla Commissione in merito alla modifica della direttiva sul trasporto su strada delle merci pericolose. Ritengo sia importante che questa direttiva sia approvata adesso; altrimenti gli Stati membri sarebbero costretti a modificare le proprie leggi nazionali per un periodo di tempo estremamente breve e ciò comporterebbe solamente costi aggiuntivi e, ancora una volta, accrescerebbe l'irritazione dei cittadini verso la burocrazia dell'UE. D' altro canto, nella proposta della Commissione non vengono presi in considerazione alcuni elementi, come il clima rigido delle regioni nordiche. Ho ritenuto pertanto opportuno proporre alcuni emendamenti da inserire nell' eccellente relazione dell'onorevole Koch, che sono stati approvati in sede di commissione. Tali emendamenti riguardano la resistenza alle basse temperature dei serbatoi adibiti al trasporto delle merci pericolose. Nella proposta della Commissione si era pensato che meno venti gradi sarebbero stati sufficienti; per coloro che vivono nel bacino del Mediterraneo è difficile immaginare che in Lapponia le temperature possono raggiungere ben altri valori. Onorevoli colleghi, anche in Lapponia si sostiene l'attività dell'Unione europea, quindi sarebbe importante tenere maggiormente conto di questa area. Di conseguenza, ho proposto di ridurre il limite a meno quaranta gradi. Tale modifica sarebbe necessaria anche per lasciare immutato lo standard di sicurezza in vigore nelle regioni nordiche. Spero che la mia proposta venga presa in considerazione nel corso della votazione di domani. Signor Presidente, se lei permette vorrei innanzi tutto congratularmi per come, nel corso della discussione, ha effettuato il cambio della Presidenza. L'ho trovato perfetto. Entrando nel merito, ritengo che i cittadini europei debbano poter essere certi che i trasporti in Europa su strada, per ferrovia o con altri mezzi, avvengano in condizioni di massima sicurezza, anche nel caso in cui si tratti di merci pericolose. La presente direttiva è un contributo in questa direzione. Il fatto che oggi siamo chiamati a intervenire è, in linea di principio, scandaloso. Il relatore, onorevole Koch, al quale esprimiamo la nostra gratitudine per il lavoro svolto, ha fatto rilevare che avrebbero già potuto essere compiuti alcuni progressi se non si fossero verificati ritardi nei lavori del CEN dovuti alla lentezza nell'elaborazione e nel ravvicinamento della direttiva. Non ci resta dunque che sperare - entro questa settimana dovremmo decidere il tutto - che nel 2001 possiamo finalmente disporre di norme comunitarie in materia di trasporto di merci pericolose su strada, beneficiando in tal modo sia di una maggiore certezza del diritto che di una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Signor Presidente, la relazione che trattiamo ora non contempla, in sé, cambiamenti di vasta portata. La maggior parte degli emendamenti sono di carattere squisitamente tecnico, ma vale comunque la pena di ricordare come, ogni volta che assumiamo decisioni di questo tipo, noi operiamo a favore dell'ambiente in senso lato, con il vantaggio di creare condizioni migliori per il corretto funzionamento del mercato interno. Sulll'intero territorio dell'Unione vengono trasportati notevoli quantitativi di merci pericolose, che transitano sulle strade, sulle ferrovie e attraverso i porti. Ciò rende necessario il varo di un'adeguata regolamentazione di questo tipo di attività. Settore dopo settore, si assiste all'approvazione progressiva di norme minime che gli Stati membri debbono rispettare. Mi pare questa un'evoluzione estremamente positiva; al relatore Koch va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto in tale ambito. L'impatto di queste regole è importante anche ai fini del mercato interno. Se si desidera, infatti, che il mercato interno dei trasporti possa funzionare adeguatamente, diviene allora importante non soltanto dotarsi di regole, ma anche assicurare che tali regole siano, nel massimo grado possibile, regole comuni. In conclusione, desidero fare una terza osservazione, pure di sostanziale importanza, in merito a un emendamento presentato dall'onorevole Vatanen. Le condizioni contingenti variano notevolmente da un paese all'altro. Con l'approvazione di questo emendamento si terrebbe conto del fatto che nelle regioni settentrionali dell'Unione può fare molto freddo. Ciò rende necessario, a sua volta, tenere conto dei possibili effetti di temperature tanto rigide su materiali e imballaggi. Signor Presidente, in questo tipo di regolamentazioni è molto importante sforzarsi di essere flessibili; spero quindi che la Commissione potrà accogliere questo emendamento. Signor Presidente, vorrei ringraziare non soltanto il collega, onorevole Koch, ma anche la Vicepresidente della Commissione per aver riconosciuto in modo tanto chiaro ed inequivocabile l'importanza della sicurezza nel settore dei trasporti e la priorità della sicurezza. Il collega Koch ha dovuto preparare la sua pregevole relazione in quanto i lavori del CEN e anche quelli della Commissione economica delle Nazioni Unite non sono stati svolti con la dovuta celerità. Vorrei chiedere alla Vicepresidente se oggi è in grado di dirci qualcosa sullo stato di avanzamento degli sforzi di armonizzazione da parte delle due organizzazioni summenzionate e se l'Unione europea ha la possibilità di accelerare l'armonizzazione adottando principi il più possibile semplici. E' infatti evidente che anche nel caso in cui all'interno dell'Unione europea venissero adottate norme pienamente adeguate, i mezzi di trasporto non si fermerebbero ai suoi confini. Pertanto è senz'altro opportuno prevedere disposizioni che vanno al di là della dimensione regionale. Se la signora Commissario non è in grado di farlo oggi, sarebbe comunque disposta a informare per iscritto la commissione parlamentare sullo stato delle cose e sullo stato dei negoziati fra CEN e Commissione economica? Signor Presidente, mi congratulo nuovamente con l' onorevole Koch per il lavoro svolto a proposito di quest' altra relazione che, in un certo qual modo, completa il dibattito che abbiamo tenuto lo scorso ottobre sul trasporto ferroviario. Ci rammarichiamo tutti che il Comitato europeo di normalizzazione (CEN) non sia riuscito a concludere entro il termine richiesto la modifica delle norme necessarie per giungere a un' armonizzazione adeguata in seno all' Unione europea. Questo dibattito e la modifica della direttiva attualmente in vigore ci permettono di tener conto di differenze di fatto che testimoniano la diversità della nostra Europa. Poco fa l' onorevole Vatanen ci parlava di temperature inferiori non a 20 gradi sotto zero, ma a 40 gradi sotto zero. Naturalmente accettiamo questo emendamento, ha perfettamente ragione. Credo che si debba tener conto di circostanze materiali, che dimostrano la varietà climatica dell' Unione europea e che poi si traducono talvolta in specifiche e requisiti concreti, quando si tratta di formulare normalizzazioni o caratteristiche di tipo tecnico. A proposito di quanto ha detto l' onorevole Swoboda sull' attività del CEN, stiamo sollecitando affinché i lavori vengano accelerati al massimo, in quanto sarebbe terribile se, nonostante la nuova scadenza, tra poco più di un anno ci ritrovassimo di fronte alle stesse difficoltà perché non l' hanno concluso. Infine, signor Presidente, sono già stati segnalati i problemi fondamentali che giustificano la modifica della direttiva, abbiamo menzionato il ritardo del CEN, la modifica di talune norme, la coerenza tra il testo della direttiva e il contenuto degli allegati, la necessità di una maggioreprecisione. Tutti i contributi della commissione parlamentare e del relatore, onorevole Koch, tradotti in vari emendamenti, che sono concretamente quattro, sono stati accolti dalla Commissione. Quindi accettiamo i quattro emendamenti che ci sono stati presentati. La discussione è chiusa. La votazione si svolgerà domani, alle 12.00 . Coordinamento Fondi strutturali/Fondo di coesione. L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0108/1999) presentata dalla onorevole Schroedter a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo sulla comunicazione della Commissione relativa ai Fondi strutturali e al coordinamento con il Fondo di coesione - Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006 [COM(1999)344 - C5-0122/1999 - 1999/2127(COS)]. Signor Presidente, è per me un particolare piacere poter tenere il mio primo intervento al Parlamento europeo sul tema considerato il più importante nella regione del Regno Unito che io rappresento in questo Parlamento, il Galles. Come sicuramente saprete, gran parte del Galles ha ottenuto lo status di regione dell'obiettivo 1 nell'ambito del programma dei Fondi strutturali. E' dunque ovvio che molti in Galles guardino al programma europeo dei Fondi strutturali come alla soluzione per alleviare alcuni dei più gravi problemi che indubbiamente siamo chiamati ad affrontare. La povertà in Galles è in aumento, e dal 1997 è ulteriormente peggiorata, mentre il divario fra ricchi e poveri si è ampliato. Pertanto dal programma dei Fondi strutturali non ci aspettiamo solo la ristrutturazione industriale, ma anche un consistente potenziamento dell' intero tessuto economico del Galles. Tuttavia, la convinzione che il sostegno dei Fondi strutturali rappresenti in qualche modo un successo del governo britannico è un atteggiamento che ci danneggia profondamente. In realtà, purtroppo non è altro che il riconoscimento delle enormi difficoltà del Galles. Questo è il motivo per cui tengo a mettere in risalto taluni degli aspetti che a mio avviso la Commissione dovrebbe considerare prioritari. Ci aspettiamo che la Commissione affronti le questioni legate all' addizionalità. Deploriamo che quelle cifre in qualche modo siano state nascoste all'interno dei dati relativi a tutto il Regno Unito. Ci aspettiamo altresì che la Commissione garantisca un adeguato finanziamento per i vari progetti. Ci aspettiamo che esiga dal governo britannico il coinvolgimento del settore privato nella fase di pianificazione, dato che senza dubbio dovrà fornire l'impulso maggiore per l'utilizzo dei finanziamenti a titolo dei Fondi strutturali. Infine, chiediamo alla Commissione di garantire che le risorse provenienti dai Fondi strutturali vengano spese in modo trasparente. Troppe cose in questo Parlamento non avvengono in modo trasparente. Credo che in questo settore la Commissione potrà essere una grande alleata del Galles. Signor Presidente, la nostra commissione ha discusso l'argomento, analizzandolo da molti punti di vista. Inizierò il mio intervento illustrandovi l' aspetto della ricerca. La nostra commissione considera estremamente positivo il fatto che la relatrice abbia inserito nelle conclusioni la nostra proposta di potenziare le infrastrutture per la ricerca nei paesi destinatari dei Fondi di coesione, investendo soprattutto nelle università e negli istituti di istruzione in modo da permettere loro di meglio soddisfare le esigenze degli abitanti delle aree non sviluppate e di far sì che i laureati rimangano nelle proprie regioni di origine. Quest'intervento pubblico è realizzabile e la decentralizzazione dell'istruzione universitaria contribuirebbe sicuramente a bilanciare la politica di sviluppo. Un altro punto che desideriamo sottolineare è invece legato alla politica industriale. Nella programmazione del coordinamento dei Fondi strutturali e dei Fondi di coesione, la Commissione avrebbe dovuto tenere maggiormente in considerazione l'importanza del terziario, del commercio elettronico e della diffusione dell'uso di Internet. In passato la povertà e la ricchezza dipendevano soprattutto dalla struttura del tessuto economico locale. Le regioni con maggior presenza industriale venivano, infatti, considerate ricche. Oggi la situazione è completamente diversa, anzi siamo arrivati all'opposto, e queste regioni si sono impoverite. E' pertanto importante investire in nuovi settori, nella cosiddetta produzione elettronica e nel terziario, che rappresentano il futuro. Ciò, a mio parere, è stato quasi ignorato dalla commissione competente che ha preparato questa relazione. La commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia esorta quindi la Commissione a dedicare maggior attenzione a questo tema. Infine, in veste di commissione per l'energia, avremmo voluto vedere un maggior sostegno finanziario per le risorse energetiche rinnovabili attraverso l'uso dei Fondi strutturali e dei Fondi di sviluppo regionale. In questo modo sarebbe stato promosso un maggior uso delle fonti energetiche rinnovabili, compensando i fondi insufficienti del programma di sviluppo energetico. Signor Presidente, i miei più vivi ringraziamenti alla onorevole Schroedter per il lavoro svolto. Vorrei spiegare ai miei colleghi che intervengo al posto della onorevole Flautre, che ha seguito questa pratica in sede di commissione per l'occupazione e gli affari sociali, ma che purtroppo non si sta bene. Desidero attirare la vostra attenzione sugli emendamenti nn. 1 e 2, approvati in sede di commissione per l'occupazione egli affari sociali, ma non di commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo. Tali emendamenti trattano dell'economia sociale e della necessità di fornire capitale sociale di rischio e di dare sostegno finanziario alle iniziative locali volte a creare posti di lavoro e a rafforzare la coesione sociale. In passato questo Parlamento ha riconosciuto il grosso potenziale di creazione di occupazione dell'economia sociale. Pertanto i suddetti emendamenti combaciano con la posizione del Parlamento secondo cui l'esclusione sociale è un grave problema che richiede un intervento costruttivo. Speriamo che coloro che stanno pensando di votare contro tali emendamenti abbiano motivi assai validi da presentare al Parlamento e ai cittadini in cerca di lavoro. Nella sua relazione, la onorevole Flautre pone altresì in risalto un campo in cui sussiste una dolorosa carenza di coordinamento, di cui invece si registra un disperato bisogno. Le proposte della Commissione si riferiscono ai quattro pilastri della strategia per l'occupazione e ai cinque campi d'azione del Fondo sociale europeo. La mancanza di linee direttrici specifiche qui si fa sentire con particolare intensità, dato che l'idea di collegare gli aiuti del Fondo sociale alla strategia per l'occupazione verrà realizzata per la prima volta durante il periodo di programmazione 2000-2006 . Questa omissione fa sembrare che la Commissione stessa non sappia minimamente come garantire il massimo coordinamento fra il sostegno a titolo del Fondo sociale europeo, soggetto a revisione dopo tre anni e mezzo, e i piani d'azione nazionali annuali per l' occupazione degli Stati membri. Speriamo che la Commissione ci possa rassicurare che si è trattato di una svista nei confronti della quale si sta correndo ai ripari con atteggiamento costruttivo. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta presentata dalla Commissione conformemente al suo mandato costituisce un punto di partenza ragionevole per la commissione per l' agricoltura e lo sviluppo rurale. Io però terrei a sottolineare che questo punto di partenza ci indica le sfide che ci attendono: fare in modo che la popolazione non abbandoni le zone rurali a fronte dei cambiamenti in atto in tutte le attività economiche, vista la crescente perdita di peso del settore agricolo tra le varie fonti di reddito della società rurale. Questo aspetto, insieme alle carenze delle reti di infrastrutture e servizi e a un' offerta di lavoro in generale molto ridotta e al massimo stagionale e poco diversificata, accentua l' esodo dalle zone rurali. Le conseguenze sono evidenti. Ad andarsene sono i giovani, quelli che acquisiscono una formazione e trovano un impiego al di fuori delle aree rurali, e ciò si ripercuote negativamente su di esse. La mancanza di infrastrutture costituisce un ostacolo anche per l' insediamento di imprese e per la creazione di posti di lavoro. Non dobbiamo dimenticare che lo spazio rurale rappresenta quasi i quattro quinti del territorio dell' Unione europea. L' agricoltura fornisce solo il 5,5 percento dell' occupazione dell' Unione stessa. Inoltre, tre quarti dei nostri agricoltori lavorano part-time e hanno bisogno di integrare efficacemente il loro reddito. Per questo motivo, tra gli obiettivi fondamentali che dovremmo prefiggerci nell' Unione europea figura l' impegno a creare nuovi posti di lavoro nelle zone rurali, al di fuori del settore agricolo, in settori quali il turismo rurale, lo sport, la cultura, il restauro del patrimonio, la fondazione e trasformazione di imprese, le nuove tecnologie, i servizi, ecc. Ciò nonostante, pur non essendo esclusivo il ruolo dell' agricoltura, resta indispensabile per evitare la disintegrazione economica e sociale delle aree rurali e la creazione di altre città fantasma, se non altro anche perché gli agricoltori svolgono un ruolo fondamentale nella gestione del territorio, la conservazione della biodiversità e la tutela dell' ambiente. Quindi siamo a favore di una politica agricola e di sviluppo rurale coerente con gli obiettivi segnalati; alle soglie del XXI secolo le zone rurali devono essere competitive e multifunzionali sia sotto l' aspetto agricolo che aprendosi alla diversità delle attività non agricole. E' importante privilegiare criteri generali di assetto del territorio e di equilibrio della popolazione, e tenere conto delle conclusioni della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale relative a cinque aspetti fondamentali, riprese solo in parte dalla commissione per i trasporti, la politica regionale e il turismo nei punti 16 e 17. Concludendo, chiedo alla Commissione di tenere conto di questi cinque punti quando si tratterà di definire le conclusioni relative ai quattro pilastri; ritengo infatti che per l' Unione europea la permanenza della popolazione nell' ambiente rurale debba essere uno degli obiettivi prioritari. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzi tutto ringraziare la relatrice onorevole Schroedter per il lavoro svolto, a mio parere, egregiamente. La ringrazio inoltre per la disponibilità al dialogo che ha dimostrato nei confronti degli altri gruppi politici, quando si è trattato di trovare formulazioni di compromesso di fronte alla valanga di emendamenti, forse più numerosi del previsto, ma che in realtà segnalano la rilevanza della relazione in discussione. Per noi è importante che le conclusioni approvate alla fine in quest' Aula siano tenute in considerazione dalla Commissione, quanto meno nello spirito, perché a questo punto potrebbe sembrare che qui stiamo portando avanti un esercizio inutile, puramente retorico. La verità è che siamo convinti, e ciò si riflette anche nel testo delle conclusioni, che la Commissione debba tenere conto delle decisioni di questo Parlamento, soprattutto in vista della revisione delle linee direttrici a metà periodo. Nei nostri emendamenti abbiamo ribadito l' importanza di stabilire sinergie tra i Fondi strutturali, il Fondo di coesione e le iniziative comunitarie, in modo che la loro applicazione porti, nel modo migliore e più redditizio, all' eliminazione progressiva delle disuguaglianze tra regioni e alla creazione di posti di lavoro le quali, in definitiva, sono i due scopi fondamentali dei Fondi di cui stiamo parlando. Per imprimere un impulso più rapido ed efficace nel conseguimento di tali obiettivi, riteniamo che all' iniziativa debbano partecipare i creatori di posti di lavoro, i veri creatori di imprese e coloro che garantiscono effettivamente nuove fonti di occupazione, ovvero gli imprenditori. Soprattutto i piccoli e medi imprenditori devono partecipare alla distribuzione di questi fondi. Altrimenti, se si sentono emarginati, se non possono partecipare, non dico soltanto alla fruizione ma anche alla ricezione di questi fondi, avremo perso un' occasione di conseguire i nostri obiettivi più velocemente. Inoltre, per raggiungere i nostri obiettivi, per riuscire a superare le disuguaglianze tra regioni e trovare fonti di lavoro è importante scommettere decisamente a favore delle nuove tecnologie, le reti di trasporto e di comunicazione e le energie rinnovabili. Tutto questo, sottolineo, avvalendosi della partecipazione dell' impresa privata, che unendo il proprio impegno a quello delle amministrazioni pubbliche, in una sinergia di completamento che non comporti mai chiusure o esclusioni, creerà ricchezza sociale e posti di lavoro. Signor Presidente, sento il dovere di ricordare al mio collega, onorevole Evans il vero motivo per cui il Galles ha ottenuto lo status di regione dell'obiettivo 1: è stato a causa delle sciagurate politiche del suo partito conservatore. E mi permetto di ricordargli anche che, mentre era Segretario di Stato per il Galles, il leader del suo partito, Hague, ha violato tutte le regole sull' addizionalità e per questo ricevuto una dura lettera del Commissario Wulf-Mathies sui requisiti normativi. Posso dirvi che il governo britannico è consapevole dei suoi obblighi relativi all' addizionalità per l'obiettivo 1 . Suggerisco all'onorevole Evans di andare a leggersi il regolamento. Il mio gruppo ha presentato innumerevoli emendamenti ad ambedue le relazioni in discussione oggi. Vorrei che ci concentrassimo sul ruolo essenziale delle linee direttrici, nella fattispecie fornire un quadro e uno strumento per sostenere e incrementare la ripresa economica, per garantire l'uso più efficiente possibile delle risorse nell'ambito di un'ampia collaborazione e riportare queste regioni sulla strada del recupero e dello sviluppo sostenibile in modo che alla fine non abbiano più bisogno di essere tenute in vita artificialmente. E' importante identificare le capacità e il potenziale delle nostre regioni nel settore dell' alta tecnologia,, soprattutto alla luce delle notizie diffuse dai mezzi di comunicazione, secondo cui l'Europa starebbe rapidamente perdendo terreno a favore degli Stati Uniti per quanto attiene alla crescita delle industrie ad alto contenuto tecnologico, determinanti per il futuro. Anche il funzionamento del precedente gruppo di programmi è molto istruttivo, in quanto ci dice quale non dovrebbe essere il ruolo delle linee direttrici. Non dovrebbero essere volte a creare nuovi livelli di burocrazia e formalità, né a spostare le priorità e le politiche a metà dello sviluppo di un progetto, con la conseguenza di inevitabili ritardi e sottoutilizzo dei fondi, particolarmente alla luce dei nuovi requisiti di bilancio. L'attuazione e la gestione delle linee direttrici non possono essere lasciate alla personale interpretazione di un qualsiasi funzionario della Commissione o dell'amministrazione nazionale. L'operato della direzione generale della Commissione deve essere coerente, sempre nel rispetto degli aspetti locali e regionali specifici dei programmi della Commissione. In conclusione, le linee direttrici devono essere ampie, indicative e flessibili, per fornire assistenza ai gestori dei programmi e ai beneficiari dei fondi e per sfruttare al massimo il potenziale dei nostri nuovi ambiti di recupero. Se riusciremo a imprimere uno spirito di imprenditorialità alle regioni povere e strutturalmente deboli, alla fine riusciremo a rimetterle in carreggiata perché possano attirare sufficiente fiducia da parte degli investitori, elemento chiave per il successo futuro. E' in questa luce che giudicheremo il successo delle linee direttrici in parola: vedremo se la politica regionale UE, con linee direttrici valide, solide e di supporto, sarà in grado di creare nuove opportunità e di permettere alle regioni povere e strutturalmente deboli di svolgere appieno il loro ruolo e contribuire alla crescita e alla prosperità dell'UE. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero prima di tutto ringraziare la onorevole Schroedter per l'ottima relazione. Ha svolto un'analisi dettagliata di questo argomento e ha inserito molti emendamenti proposti in sede di commissione. La relatrice ha inoltre giustamente sottolineato che il Parlamento non è stato ascoltato per tempo in merito alle direttive. Adesso siamo già molto in ritardo. Speriamo che il parere del Parlamento sia di aiuto per la valutazione intermedia dei programmi e per la loro realizzazione. Rispetto ai tempi impiegati, la relazione è cresciuta a dismisura durante il dibattito. Sono stati inseriti numerosissimi dettagli, che erano emersi già nelle relazioni precedenti. A questo punto penso sia più importante concentrarsi nella valutazione dei processi ed in che modo questi potranno permettere di gestire la politica regionale dell'Unione, ricordando che l'obiettivo che si desidera raggiungere è quello di ridurre la disuguaglianza locale. Il mio gruppo ribadisce l'importanza del principio di responsabilità degli Stati membri e del ruolo degli attori locali in merito allo sviluppo e all'attuazione dei programmi. A tal proposito, sarebbe estremamente importante coinvolgere le piccole e medie imprese. Il mio gruppo ritiene inoltre importante tenere maggiormente in considerazione le isole e le regioni periferiche e promuovere il dialogo tra il mondo urbano e quello rurale. Ci opponiamo all'eccessivo controllo dell'Unione europea e dei governi centrali dei paesi membri e chiediamo che venga ridotta la burocrazia, che fa rallentare lo sviluppo e lo svolgimento dei programmi. L'efficacia dei progetti, perseguiti con il sostegnoo dell'Unione, è stata spesso ridotta a causa della lentezza dei processi decisionali e della complessità amministrativa. Spesso sono stati finanziati progetti che non hanno prodotto alcun vantaggio permanente alla regione interessata. I progetti dovrebbero essere più efficienti, più flessibili ed in grado di garantire risultati migliori. Durante la preparazione della relazione è stato interessante discutere dei temi generali relativi alla politica regionale dell'Unione europea. Per noi, nuovi deputati al Parlamento, questa è stata la prima volta, e devo ammettere che è ho seguito i lavori con estremo interesse. Questa relazione è ottima e gode del sostegno del nostro gruppo. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la prova che questo Parlamento resta tuttora un' Istituzione consultiva e subordinata è data dall' impossibilità per l' eccellente relazione della collega del mio gruppo, onorevole Elisabeth Schroedter, di approdare in seduta plenaria, perché i piani di sviluppo regionale per il periodo 2000-2006 per le zone dell' obiettivo 1 già da diversi mesi giacciono negli uffici della Commissione. Tenendo conto di questo, la nostra Assemblea deve esigere, in ogni caso, che prima della loro approvazione i Quadri comunitari di sostegno per il suddetto periodo siano esaminati e discussi in questo Parlamento proprio alla luce degli orientamenti presentati oggi, poiché riteniamo che abbiano la particolare capacità di creare occupazione nei territori più poveri o meno sviluppati, consentendoci così di contribuire a invertire le tendenze negative che determinano le sperequazioni esistenti nella società europea e di avanzare verso un' Europa più giusta. Signor Presidente, non dovremmo dimenticare che l' obiettivo principale e strategico dei Fondi strutturali e di coesione, nonché del loro coordinamento, è conseguire la coesione economica e sociale. Noi siamo tenuti a contribuire all' elaborazione delle linee direttrici e anche alla valutazione dei risultati. E ciò perché siamo i rappresentanti dei cittadini nell' Europa dei cittadini e non solo in un' Europa degli Stati e delle regioni. Vediamo che i Fondi sono una condizione necessaria, ma non sufficiente, per raggiungere la coesione economica e sociale. Se prendiamo come indicatore unico il prodotto interno lordo per abitante, possiamo anche sbagliarci. Alcuni colleghi hanno già parlato della disoccupazione e del calo demografico. Dovremo analizzare una serie di indicatori che ci permettano di valutare la condizione e l' evoluzione delle società regionali che versano in situazioni peggiori di altre. Da alcune relazioni presentate oggi in Plenaria, emerge chiaramente che le 25 regioni europee più prospere hanno una disoccupazione di cinque volte inferiore a quella delle 25 regioni meno prospere. Ciò impone al Parlamento europeo, al signor Commissario e alla Commissione di intervenire in maniera risoluta e strategica. E' vero che il Parlamento europeo non ha avuto l' occasione - o non gli è stata concessa, perché era la fine della legislatura - di discutere delle linee direttrici. Non credo però che la relazione arrivi tardi. Occorre una riflessione collettiva per poter rivedere e valutare correttamente i nuovi programmi dell' obiettivo 1 e i piani di sviluppo regionale elaborati prima dell' entrata in vigore delle linee direttrici . I programmi dei vari obiettivi vanno coordinati. Siamo tutti d' accordo nel chiedere che il Parlamento possa essere compartecipe della valutazione delle linee direttrici a metà periodo di funzionamento dei programmi, visto che siamo i rappresentanti dei cittadini. I cittadini non possono accettare che l' Unione europea prenda decisioni in modo, almeno in apparenza, burocratico. Hanno bisogno che funzioni la dimensione politica, che sussistano responsabilità, che si comunichi con loro. Questo è quanto chiediamo oggi al signor Commissario. Spero che sarà d' accordo, alla luce della sua precedente esperienza di presidente di regione, nel proporre alcuni indicatori insieme a una strategia a favore della coesione economica e sociale e non soltanto della produttività. Signor Presidente, appoggio le principali proposte della relazione sulla gestione dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione per il periodo 2000-2006 e le sue principali raccomandazioni , fra cui quella secondo cui l'approccio relativo alla spesa dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione deve sempre essere integrato, il che significa che occorre sviluppare un forte partenariato fra le autorità locali e i governi nazionali in relazione all'utilizzo di tali finanziamenti. Gli Stati membri sono chiamati ad attribuire maggiore importanza alle strategie integrate volte a rivitalizzare i rapporti fra le città e le aree rurali. Si tratta di un aspetto di particolare rilievo poiché, per quanto il rinnovamento urbano sia vitale, nelle nostre politiche dobbiamo sempre trovare un equilibrio fra la promozione dello sviluppo rurale e il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti dei centri urbani se non vogliamo costruire un'Europa fatta solo di città. I Fondi strutturali hanno svolto un ruolo chiave nello sviluppo delle aree sia urbane che rurali dei paesi periferici, principalmente con il miglioramento del sistema viario, dei sistemi di trattamento delle acquee reflue e delle reti di trasporto connesse. Tale processo continuerà in linea con gli orientamenti di spesa fissati dai Capi di Stato e di governo dell'UE l'anno scorso al Vertice di Berlino e accolti favorevolmente dal Parlamento nella tornata di maggio. Non vi è dubbio che i principali programmi UE attuati fra il 1989, il 1993, il 1994 e il 1999 abbiano contribuito a migliorare la competitività economica dei paesi periferici e delle regioni dell'obiettivo 1. L'essenziale adesso è consolidare i progressi fatti finora e renderli irreversibili, in modo da garantire che i paesi periferici e le regioni ultraperiferiche, le regioni più deboli in Europa, possano operare con successo sia nella nuova zona dell'euro che nel mercato unico, che è in continua espansione e in cui la libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali è ormai una realtà. Infine, sebbene a partire dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo di coesione siano stati finanziati progetti infrastrutturali essenziali, non dovremmo dimenticare che il Fondo sociale europeo ha svolto un ruolo importantissimo nell'assistere i meno abbienti nella nostra società. Grazie al Fondo sociale abbiamo potuto migliorare i nostri organismi di terzo livello, finanziare i nostri programmi per i giovani che lasciano la scuola e realizzare vaste iniziative per la lotta alla disoccupazione giovanile e di lunga durata, per aiutare chi abbandona la scuola in giovane età e promuovere livelli più elevati di istruzione fra gli adulti. Signor Presidente, in passato mi sono trovato più volte in disaccordo con la relatrice in merito al suo approccio a problemi di politica regionale, ma questa volta debbo invece dirmi d'accordo con lei. Non so se questo la incoraggerà a proseguire nella stessa direzione, ma vorrei comunque rivolgerle le mie congratulazioni. La seconda osservazione che vorrei fare è che avremmo preferito, come avevamo richiesto la onorevole McCarthy e io in qualità di relatori per il regolamento generale, che le linee direttrici fossero inserite nel regolamento come allegato. Purtroppo così non è stato e la responsabilità non è certo dell'onorevole Bernié; era una questione di competenza della precedente Commissione. Lo faccio rilevare per ribadire nuovamente la posizione del Parlamento. La terza osservazione che desidero formulare è che, naturalmente, le linee direttrici ci trovano sostanzialmente d'accordo, nella misura in cui non si discostano dalle osservazioni che avevamo formulato a suo tempo. Rappresentano un notevole ausilio per gli Stati membri, ma in particolare mi preme evidenziare l'enfasi data dalla Commissione allo sviluppo sostenibile, all'incremento dell'occupazione, con particolare riguardo alle pari opportunità, al settore dei trasporti. Parlando a titolo personale, posso dirmi completamente d'accordo. Ciò detto, tuttavia, da isolano quale sono tengo a denunciare la scarsa attenzione prestata alla problematica dello sviluppo insulare. Non vi viene infatti attribuita la dovuta attenzione, e non è la prima volta che ciò accade: si tratta di una lunga storia, che si trascina almeno da quando sono stato eletto al Parlamento, cinque anni fa, tant'è vero che ho già trattato questo argomento a più riprese. E continueremo a doverlo trattare, signor Commissario, perché l'articolo 158, paragrafo 1 del Trattato di Amsterdam contiene una disposizione che allude a una politica integrata per le isole. Di conseguenza, la Commissione dovrà finalmente prendere in esame questo preciso argomento. Ora, signor Commissario, è finalmente giunto il momento di applicare i programmi: pertanto, gli Stati membri dovranno a loro volta farsi carico delle proprie responsabilità ed eseguire adeguatamente i propri compiti. Quanto al Parlamento, tengo a ricordare che esiste un codice di buona condotta sottoscritto fra Commissione e Parlamento lo scorso mese di maggio. Sono del tutto certo che quel codice sarà rispettato e che il Parlamento sarà tenuto al corrente dell'evoluzione in atto e di ogni dettaglio sull'applicazione dei programmi. Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, nel minuto e mezzo di parola a mia disposizione vorrei innanzi tutto congratularmi con la onorevole Schroedter. Molti altri lo hanno già fatto, ma lo merita davvero per la grande apertura e attenzione che ha dimostrato per le diverse proposte presentate dai colleghi; credo che la sua disponibilità abbia conferito alla sua relazione la qualità che quest' oggi le riconosciamo. Mi associo al rammarico espresso dalla nostra relatrice per il fatto che il Parlamento in un certo senso si sia trovato a salire su un treno già in corsa; la procedura negoziale sulle linee direttrici con gli Stati membri è infatti tanto avanzata da non consentirci di ritenere che la relazione possa produrre un impatto immediato, e me ne dispiace. Mi pare, pertanto, che la relazione debba invece anticipare e delineare le linee direttrici della revisione intermedia del 2003 e addirittura influenzare la seconda fase di programmazione successiva al 2003 . In pratica intendo dire che stiamo per entrare in un periodo di gestione della programmazione 2000-2006 che non dovrà essere un periodo di routine per un semplice motivo: dobbiamo raccogliere due grandi sfide. La prima è l' armonizzazione delle politiche di gestione del territorio nazionale e delle politiche di sviluppo regionale. Le sovvenzioni non bastano per costruire lo sviluppo se le infrastrutture e i servizi pubblici sono carenti. Occorre dunque porsi una questione di fondo: come articolare la politica dell' Unione con le politiche nazionali sussidiarie di gestione del territorio. La seconda sfida consiste nell' ampliamento, che ovviamente comporterà conseguenze significative sia in termini di bilancio che geografici. Ecco due piste di riflessione che suggerisco al Commissario e sulle quali lo invito a coinvolgerci. Concludendo, in un periodo di catastrofi naturali come quello che stiamo attraversando, mi preme evocare il problema dell' utilizzo dei Fondi strutturali. E' noto che spetta agli Stati membri ridistribuire una parte dei finanziamenti. Diversamente da quanto tendenzialmente vorrebbero gli Stati membri l' Europa non dovrebbe sparire completamente. Al giorno d' oggi l' opinione pubblica e la stampa ci accusano di essere latitanti laddove invece siamo noi a finanziare gran parte delle iniziative nazionali. Credo che dovremmo essere capaci di dirlo chiaro e forte. Ritengo che sarebbe altrettanto opportuno istituire o chiedere agli Stati membri di garantire l' informazione sugli aiuti europei ogni qualvolta questi siano utilizzati per porre rimedio ai danni causati da catastrofi naturali o incidenti. Signor Presidente, la priorità attribuita ai criteri finanziari e monetari rafforza il dilagare delle ineguaglianze di ogni genere. Per gli esperti del piano francese, lo scenario oggi più plausibile è l' approfondirsi del divario tra le regioni all' interno di ogni paese. I Fondi strutturali hanno contribuito proprio a frenare tale processo. Il nostro progetto di un' Europa protesa a soddisfare i bisogni sociali mira a ottenere una convergenza verso l' alto delle condizioni di vita: realizzarlo comporterebbe indubbiamente estendere gli strumenti di ridistribuzione delle risorse, quali appunto i Fondi strutturali. Nella fattispecie noi proponiamo un' imposta unificata sul patrimonio che consentirebbe di alimentare fondi destinati alle misure di accompagnamento per armonizzare i sistemi di previdenza sociale e la riduzione dell' orario di lavoro a livello europeo. Ebbene, la Commissione, che sarebbe tenuta a presentare le linee direttrici, ha assolto a tale compito in modo vago e poco convinto. La relazione in discussione quest' oggi ridà alla politica il ruolo che le spetta, compiendo un passo verso una politica dell' occupazione e dello sviluppo sostenibile. E' per questi motivi che voteremo a favore. Signor Presidente, anch'io mi voglio complimentare con il relatore per l'ottimo lavoro svolto. Credo che nei prossimi anni più che mai, di fronte alla sfida della globalizzazione e a quella dell'ampliamento ad Est, l'Europa abbia bisogno di indicazioni adeguate e precise per la programmazione e il rilancio della sua economia. In tal senso, l'Europa nel suo complesso, e ciascuno Stato membro in particolare, dovrà utilizzare al meglio tutte le sue risorse e le sue potenzialità, quindi anche i Fondi strutturali disponibili. Per fare ciò c'è bisogno di una Commissione europea che, al di là delle buone intenzioni, dia maggiore chiarezza alle sue linee direttrici e si impegni al massimo in un'opera di controllo sull'impegno di queste risorse da parte degli Stati membri. L'Italia, ad esempio, negli ultimi anni ha avuto problemi nell'utilizzo dei Fondi strutturali, soprattutto a causa di un'eccessiva burocrazia, di un'informazione carente e dello scarso coinvolgimento degli operatori economici e sociali a livello locale. Sono quindi due i punti su cui vorrei richiamare l'attenzione della Commissione: in primo luogo, occorre utilizzare al meglio la concertazione come metodo di coordinamento e di partecipazione alle decisioni da parte di tutti gli operatori locali e regionali, proprio per evitare squilibri e diseguaglianze; in secondo luogo, occorre un'autentica opera di semplificazione e trasparenza dei processi amministrativi, che troppo spesso sono inutilmente lunghi e complessi al punto da pregiudicare l'accesso ai Fondi, cosa di cui si lamentano soprattutto le piccole e medie imprese europee. Concludo, signor Presidente, dicendo che è piuttosto grave che nella comunicazione della Commissione sia stata riservata una scarsa attenzione ai patti territoriali e soprattutto alle modalità di lotta alla disoccupazione femminile e giovanile.